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Il libro percorre la ricerca di Marko Ivan Rupnik tratteggiando una continuità tra le problematiche artistiche tipicamente pittoriche e quelle relative ai temi essenziali della vita dell'uomo (la domanda sul mondo, sulla materia, il corpo, il dolore, il male, la persona, i rapporti, il perdono...). Nella sua scansione, l'opera presenta un intreccio inseparabile tra il linguaggio dei colori, dei materiali, della luce, della poesia e i brani della riflessione. Le parole con cui in questo libro Rupnik accompagna le immagini non sono "spiegazioni" delle sue opere. Si tratta piuttosto di un altro modo di esprimersi. Parole con le quali si allude al suo atteggiamento verso l'arte e, complessivamente, verso la vita e che si suggeriscono all'orecchio di chi con gli occhi guarda i colori e le immagini, indicando una doppia percezione che si fonde in una sola parola-immagine. Il volume non è pertanto una monografia d'arte, piuttosto un libro di teologia per immagini e colori. Allora, non solo non c'è antagonismo fra parola e immagine (come invece si può constatare dall'esito di molta parte della teologia), ma in qualche modo la creazione artistica indica anche un altro paradigma del pensare teologico. Con testimonianze di Carlo Maria Martini, Olivier Clément, Tomas Spidlik, Crispino Valenziano.